Vini medicinali

Una novità che va per la maggiore in que­sti ultimi anni è il vi­no medicinale. E' una bevanda che si può otte­nere da un buon vino casalingo (8 o 9 gradi) e che per di­ventare medicinale, appunto, deve essere alzato, nella gra­dazione, aggiungendovi picco­le quantità di alcol puro che si trova nei negozi di liquori.

Per ottenere l'innalzamento di un grado si devono aggiungere 14-15 millilitri (centimetri cubi) di alcol puro per litro, a seconda del grado di partenza.

Generalmente, quando si vo­gliono preparare vini medici­nali, è da preferire il vino ros­so. Il vino bianco, invece, si pre­ferirà nella preparazione di vino medicinale ad azione diu­retica perché in questo modo si sfrutta il suo naturale pote­re diuretico.
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Nella preparazione dei vini me­dicinali si possono usare pian­te o parti di esse (come fiori, frutti, foglie, radici, rizomi, cor­tecce, eccetera) acquistate in negozi di erboristeria, già praticamente pronti per essere usa­ti.

Tuttavia, chi lo desidera e conosce molto bene i vari tipi di erbe e le loro proprietà, può raccogliere direttamente il ma­teriale che lo interessa. In questo caso, la raccolta va effettuata nel periodo di mag­gior concentrazione dei princi­pi attivi.

La pianta, o parte di essa, deve essere frantumata e conservata nel modo migliore, per un periodo non superiore ad un anno. Le erbe devono es­sere conservate in vasi di vetro a chiusura ermetica, mentre i fiori vanno tenuti nello stesso modo, ma in recipienti scuri o in ambienti bui.

Il principale nemico dei prodot­ti di erboristeria è l'umidità; per questo l'operazione di essicca­zione deve essere fatta con mol­ta cura all'ombra e all'aria, nel minor tempo possibile. Radici, cortecce e frutti possono essic­care anche al sole, nel forno op­pure su un termosifone, facendo però attenzione che la tempera­tura non superi mai i 40 gradi.

I vini medicinali, che con lin­guaggio tecnico vengono chiamati enoliti, sono ottenuti fa­cendo macerare a freddo, per un certo periodo di tempo, una data quantità di pianta offici­nale, o parte di essa, in una quantità di vino che riesca a solubilizzare le sostanze medica­mentose presenti nelle piante stesse.

Naturalmente, è possi­bile preparare un vino medici­nale miscelando diverse erbe e ottenendo così un vino medi­cinale composto. In pratica, si procede come se­gue: si prende una quantità di erba officinale e, dopo averla sminuzzata finemente, la si mette a macerare per alcuni giorni (da due a dieci, ma an­che di più) nel vino; quindi si lascia decantare, si spreme la parte solida e si filtra con un pezzo di strofinaccio o, se si vuole un filtraggio più accura­to, con apposita carta da filtro.
Il vino così ottenuto si versa in una bottiglia di vetro scuro, ben piena e sigillata, conservata in luogo fresco e buio. Il vino medicinale va bevuto a piccole dosi, in bicchierini da li­quore e nei momenti indicati.

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