sempreverdi5Si chiamano piante sempreverdi tutte quelle che, contrariamente alle caducifoglie, non lasciano cadere le foglie durante la stagione avversa.

Sono normalmente legnose (alberi, arbusti, cespugli); la caduta fogliare ed il conseguente rinnovo, avvengono gradualmente, di norma durante la formazione delle gemme.

Le foglie possono persistere funzionali sulla pianta per più anni.
Sono comuni, spesso prevalenti, nei climi tropicali umidi oppure nei climi freddi, dove, per motivi opposti, la persistenza delle foglie non mette in pericolo la sopravvivenza della pianta.

Le conifere popolano generalmente i climi freddi. Tra queste l'unica aghifoglia a rimanere senza foglie durante l'inverno è il larice.

Alcune specie hanno comportamenti diversi a seconda se vivono in ambienti caldi o freddi (ad es. alcuni rovi, il lillà).

Molte specie latifoglie, ossia a lamina ampia (contr. aghifoglie) sono sempreverdi come l'olivo presente in gran parte della nostra penisola, la sughera, il leccio, il mirto, l'alloro, il corbezzolo, ecc. tutte specie tipiche della macchia mediterranea.
sempreverdi_Fichtennadel
Raspberries_(Rubus_Idaeus)
Lilac_(2)
Larix_decidua_Embrun2
Olea_europaea_subsp_europaeaOliveTree
Quercus_suber_algarve
Quercus_ilex_Madonie
 
 
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pioppo neroIl pioppo appartiene al genere di piante arboree della famiglia Salicaceae che comprende una trentina di specie comunemente note come pioppi, originarie perlopiù dell'emisfero settentrionale.

L'altezza dei pioppi va dai 15 ai 20 metri d'altezza, con fusti che possono superare i 2,5 metri di diametro.

La corteccia degli individui giovani è liscia, con colorazioni che vanno dal bianco al verdastro al grigio scuro, spesso ricco di lenticelle; sugli esemplari più vecchi, diviene generalmente rugosa e profondamente fessurata.

I germogli sono robusti e sono presenti le gemme apicali (contrariamente ai "cugini" salici). Le foglie sono disposte a spirale e la loro forma varia da triangolare a circolare o, più raramente, lobata, con lunghi piccioli.

pioppo

Nelle specie comprese nelle sezioni Populus e Aegiros i piccioli sono appiattiti, sicché il vento può facilmente muovere le foglie dando l'impressione che l'albero "tremi". Le dimensioni delle foglie variano facilmente da individuo ad individuo e spesso cambiano colore in autunno diventando gialle o oro.

Si tratta di piante solitamente dioiche, anche se alcune specie sono monoiche; le piante femminili e maschili sono facilmente distinguibili: le prime hanno rami grandi, chiome voluminose e grosse gemme, mentre le altre sono più slanciate ed hanno gemme più piccole ma più numerose; queste notevole diversità ha fatto sì che in passato i sessi venissero erroneamente classificati come due specie diverse.

pioppo1

L'età riproduttiva comincia a 10-15 anni. I fiori compaiono all'inizio della primavera e prima delle foglie e sono raccolte in infiorescenze ad amento allungati, pendenti, sessili o peduncolate. Quelli maschili sono più corti e tozzi e compaiono prima di quelli femminili che hanno spighe più lunghe e più pendenti. I frutti sono costituiti da capsule, verdi o bruno-rossicci, e maturano a metà estate. Contengono numerosi piccoli semi marroncini che poi vengono dispersi dal vento tramite un pappo (da cui il nome anglosassone di cottontree "albero del cotone").

I pioppi della sezione Aegiros sono diffusi negli ambienti umidi e nelle zone ripariali. Quelli della sezione Populus sono probabilmente le latifoglie più diffuse nell'emisfero boreale.

pioppo-tremulo

Specie.

Il genere Populus viene suddiviso in cinque sezioni, ciascuna comprendendente un certo numero di specie:

    Aegiros[4] - pioppi neri (Nord America, Europa Medio Oriente);
        Populus deltoides – pioppo deltoide (Nord America orientale);
        Populus fremontii – pioppo di Freemont (Nord America occidentale);
        Populus nigra – pioppo nero (Europa);
            Populus × canadensis (P. nigra × P. deltoides) - pioppo nero ibrido.

    Populus – pioppi bianchi e pioppi tremuli (climi subartici e temperati freddi e, più a sud, ad elevate altitudini):
        Populus tremula – pioppo tremulo europeo (Europa, Asia settentrionale);
        Populus adenopoda - (Estremo Oriente);
        Populus alba – pioppo bianco (dall'Europa all'Asia centrale);
            Populus × canescens (P. alba × P. tremula) - pioppo grigio;
        Populus grandidentata - (Nord America orientale);
        Populus sieboldii - (Estremo Oriente);
        Populus tremuloides - (Nord America).

populus-tremula

    Tacamahaca – pioppi balsamici (climi temperati freddi di Nord America e Asia):
        Populus angustifolia - (America centro-settentrionale);
        Populus balsamifera – pioppo balsamico (Nord America settentrionale);
        Populus laurifolia - (Asia centrale);
        Populus maximowiczii - (Asia settentrionale);
        Populus simonii - (Asia nord-orientale);
        Populus szechuanica (Asia nord-orientale);
        Populus trichocarpa - (Nord America occidentale);
        Populus tristis - (Asia settentrionale).

    Leucoides - (climi temperati caldi di Nord America orientale e Asia orientale):
        Populus heterophylla - (Nord America sud-orientale);
        Populus lasiocarpa - (Asia orientale);
        Populus wilsonii - (Asia orientale).

    Turanga – pioppi subtropicali (climi subtropicali e tropicali di Asia sudoccidentale e Africa orientale):
        Populus euphratica - (Asia sudoccidentale)
        Populus ilicifolia - (Africa orientale)

    Abaso – pioppi messicani (climi subtropicali e tropicali del Messico)
    Populus guzmanantlensis - (Messico)
        Populus mexicana - (Mexico).

In Italia crescono spontaneamente solo le specie delle Leuce (di cui fanno parte i pioppi bianchi e i pioppi tremoli) e delle Aigeiros (che comprendono pioppi neri).

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Myrtus_communisIl mirto  è una pianta arbustiva della famiglia delle Myrtaceae, tipica della macchia mediterranea.

Ha portamento arbustivo o di piccolo alberello, alto da 50 a 300 cm, molto serrato.

La corteccia è rossiccia nei rami giovani, col tempo assume un colore grigiastro.


Ha foglie opposte, persistenti, ovali-acute, coriacee, glabre e lucide, di colore verde-scuro superiormente, a margine intero, con molti punti traslucidi in corrispondenza delle glandole aromatiche.

I fiori sono solitari e ascellari, profumati, lungamente peduncolati, di colore bianco o roseo. Hanno simmetria raggiata, con calice gamosepalo persistente e corolla dialipetala. L'androceo è composto da numerosi stami ben evidenti per i lunghi filamenti.

L'ovario è infero, suddiviso in 2-3 logge, terminante con uno stilo semplice, confuso fra gli stami e un piccolo stimma.

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La fioritura, abbondante, ha luogo nella tarda primavera e all'inizio dell'estate, da maggio a luglio. Un evento piuttosto frequente è la seconda fioritura che si può verificare in tarda estate, da agosto a settembre e, con autunni caldi, in ottobre. Il fenomeno è dovuto principalmente a fattori genetici.

I frutti sono bacche globoso-ovoidali di colore nero-azzurrastro, rosso-scuro o più raramente biancastre, con numerosi semi reniformi. Maturano da novembre a gennaio persistendo per un lungo periodo sulla pianta.

Ne esistono numerose varietà coltivate a scopo ornamentale come il Myrtus communis var. variegata alta fino a 4,50 m, con foglie dalle eleganti striature colorate di bianco-crema e fiori profumatissimi.

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Distribuzione.

È una specie spontanea delle regioni mediterranee, comune nella macchia mediterranea. In Sardegna e in Corsica è un comunissimo arbusto della macchia mediterranea bassa, tipica delle associazioni fitoclimatiche xerofile dell'Oleo-ceratonion. Meno frequente è invece la presenza del mirto nella macchia alta.
Esigenze e adattamento

Il mirto è una pianta rustica, si adatta abbastanza ai terreni poveri e siccitosi ma trae vantaggio sia dagli apporti idrici estivi sia dalla disponibilità d'azoto manifestando in condizioni favorevoli uno spiccato rigoglio vegetativo e un'abbondante produzione di fiori e frutti. Vegeta preferibilmente nei suoli a reazione acida o neutra, in particolare quelli a matrice granitica, mentre soffre i terreni a matrice calcarea.

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L'interesse economico che sta riscuotendo questa specie in Sardegna ha dato il via negli anni novanta ad un'attività di miglioramento genetico da parte del Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei dell'Università di Sassari, che ha selezionato oltre 40 varietà fino al 2005.

Lo scopo principale del miglioramento genetico è la produzione di bacche da destinare alla produzione del liquore di mirto, tuttavia è in corso anche un'attività di screening finalizzata alla produzione dell'olio essenziale.

Fra le caratteristiche morfologiche, fenologiche e produttive valutate ai fini del miglioramento genetico rientrano la forma e la pezzatura delle bacche, la dimensione dei semi, la vigoria della pianta, la pigmentazione dell'epicarpo, carattere fondamentale per produzione del liquore, la produttività, la percentuale di radicazione (carattere fondamentale per la moltiplicazione per talea) e, infine, la predisposizione alla rifiorenza, carattere ritenuto negativo ai fini della produzione delle bacche.

Myrtus_communis3

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arbusti-ornamentaALBERI.
Con il termine Albero si intende una pianta perenne il cui fusto principale, legnoso, si sviluppa esternamente al terreno in senso verticale.

Le specie arboree, che a maturazione sono in genere le più alte fra le specie vegetali, si differenziano dalle piante a portamento arbustivo, per avere spesso un unico fusto principale, e da quelle a portamento erbaceo, per il fusto composto quasi interamente da tessuto legnoso.

Sebbene gli alberi più piccoli si sviluppino a volte con più fusti, similmente a quanto accade negli arbusti, la quasi totalità delle specie di dimensioni maggiori cresce solo in forma arborea.

Le specie arboree sono comunemente suddivise in due gruppi: gli alberi a foglie persistenti, o sempreverdi, e gli alberi a foglie decidue, o caducifogli.
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Le specie sempreverdi mantengono le foglie in tutte le stagioni dell'anno, in quanto il ricambio tra le foglie vecchie e quelle nuove avviene progressivamente e per piccole quantità. Inoltre, a seconda della forma della foglia si distinguono le aghifoglie, come le conifere, e le latifoglie, come il leccio e la sughera.
Le specie caducifoglie (ad esempio, il platano, il pioppo, il salice e l'acero) sono tutte latifoglie e ogni anno perdono il fogliame nella medesima stagione, in genere all'approssimarsi del periodo freddo o di quello meno luminoso.
Tutte le specie arboree sono spermatofite (dotate di semi) e sono suddivise in :
- gimnosperme (piante a seme nudo)
- angiosperme (con semi racchiusi nell'ovario).
A loro volta, le angiosperme vengono classificate come monocotiledoni o dicotiledoni, in base a differenze nella struttura del seme.
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ARBUSTI.
Un arbusto è un vegetale simile all'albero, i cui rami si separano dal tronco centrale molto vicino al terreno, o il cui tronco non è presente del tutto. È detto anche frutice.
Con il termine arbusto s'intende, quindi, una pianta legnosa la cui altezza non supera in genere i 5 metri, che mantiene in modo perenne una parte della vegetazione legnosa durante tutto l'anno. Tra le forme biologiche quella che gli si addice è fanerofita, ossia pianta le cui gemme svernanti sono poste oltre i 30 cm dal suolo.
Arbusti comuni sono le rose, il biancospino, il viburno, il sambuco, ecc.
mirto
Con il termine Arbusto si intende una pianta caratterizzata da un lato dalla presenza di un fusto legnoso, che la differenzia dalle piante erbacee, e dall'altro dalle dimensioni ridotte e dal portamento caratteristico che la rende immediatamente riconoscibile rispetto alle specie arboree.
La definizione, tuttavia, non corrisponde pienamente alla grande varietà di forme e strutture presenti nel mondo vegetale: una stessa specie, infatti, può portare contemporaneamente un carattere tipico di una pianta erbacea e un altro riconducibile, invece, a un arbusto o a un albero; di conseguenza, una classificazione troppo schematica può in certi casi risultare artificiosa.
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Nandina_domestica
arbusto
luppolo
corokia

 
 
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ligustroIl ligustro è un genere che comprende circa 50 specie di arbusti di differenti forme e colori, ed è una pianta molto utilizzata per realizzare le siepi. 

Maggio è il mese giusto per prendersene cura e, in particolare, per potarlo e metterlo a dimora, vediamo come fare.
La prima potatura delle siepi di ligustro può essere fatta tranquillamente a maggio, mentre i successivi interventi dovranno essere effettuati appena la vegetazione crescerà fuori della sagoma della siepe. 

La potatura deve essere fatta con le cesoie ben affilate, in quanto il taglio deve essere netto e preciso. Non appena avrete potato la pianta e l’avrete liberata dai rami caduti a terra, stendete ai piedi di essa del concime minerale complesso e integratelo al terreno zappando leggermente; quando avete finito, procedete con l’irrigazione.

Sempre in questo periodo è possibile mettere a dimora le siepi di ligustro; fate attenzione a sistemate i picchetti che delimiteranno l’area dello scavo, calcolando che le piante dovranno essere sistemate a circa 30 centimetri di distanza l’una dall’altra.

Nella scelta del luogo, tenete in considerazione il fatto che il ligustro è una pianta che alcune ore al giorno necessita del sole diretto e che non teme il freddo e sopporta bene temperature anche rigide; inoltre nei mesi invernali e in quelli estivi vanno effettuati degli interventi di pacciamatura per proteggere le radici dal freddo e dal caldo.
ligustro2
L'esposizione e clima
Il ligustro è una pianta che ha bisogno particolarmente dell'esposizione diretta ai raggi solari . Riesce comunque ad adattarsi ad esposizioni in penombra anche se non è il suo ideale .
Il ligustro preferisce i climi temperati ma nel contempo può sopportare anche climi rigidi senza , però , scendere mai sotto ai meno cinque gradi .
In inverno bisognerà effettuare delle pacciamazioni con terreno e foglie in modo da proteggere la pianta dalle insidie del freddo .
L'annaffiatura
L'annaffiatura del ligustro deve essere effettuata solamente in caso di scarsa piovosità . Nei periodi in cui le precipitazioni risultano essere abbondanti , vedi per esempio inverno ed autunno , un'ulteriore apporto d'acqua potrebbe risultare addirittura dannosa , i ristagni d'acqua possono causarle malattie . Nei mesi in cui l'apporto naturale d'acqua è meno consistente sarà necessario una volta a settimana elargirle abbondante acqua . Sempre per evitare un'eccessiva umidità accertarsi di fare asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra .
La moltiplicazione
Il metodo di moltiplicazione di questa pianta è principalmente la talea .
Le talee devono essere prelevate all'inizio dell'autunno , cioè nell'arco temporale che va da settembre fino ad ottobre . La talea che non deve superare i quindici centimetri di lunghezza deve essere prelevata con un taglio netto , successivamente eliminare le foglie basali del lembo di ramo prelevato lasciando in tutto al massimo quattro foglie .
Infine praticare un taglio sotto alla gemma , questo passo è essenziale in quanto la radicazione dovrà partire da là . Ora la talea è pronta per essere inserita nel terreno . Il terreno non deve essere eccessivamente fertile .
Il terreno e la messa a dimora
La messa a dimora è un momento molto importante per le piante del ligustro . Che siano nate da nostre talee o provengano da vivai , i ligustri sono piante che devono essere seguiti con un poco di attenzione durante questa fase .
Dopo aver scelto il posto dove metterlo a dimora e scavato una buca relativamente profonda bisognerà rafforzare la pianta con dell'abbondate stallatico .
Il terreno ideale è un terreno leggermente calcareo ma riesce ad adattarsi a qualsiasi tipo senza grossi problemi .
Malattie e parassiti
Il ligustrum è una pianta portata a subire attacchi da diversi tipi di malattie . Durante il periodo invernale potrebbe , a causa delle frequenti pioggie, essere attaccato da diverse malattie fugine tra le quali il marciume radicale . Per combatterli bisognerà adoperare un fungicida .
Per proteggere la pianta dagli attacchi degli afidi e delle cocciniglie usare un buon antiparassitario.
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ligustro bacche


 
 
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Ferite-alberi1Siamo ancore a Aprile ma la bella stagione è alle porte.
Per non trovarci completamente impreparati è consigliabile iniziare, con calma ovviamente, ad organizzare il giardino per renderlo ospitale e pronto ad accogliere tutte le nuove piante. Alcune operazioni di normale manutenzione vanno svolte sistematicamente e senza interruzione. Si tratta di lavori spesso noiosi ma comunque indispensabili per la salute del giardino. Ricordatevi dunque di rastrellare le foglie, di potare le piante rampicanti e di togliere gli accumuli di neve dai rami. 

Se nel vostro giardino prevedete la presenza di salute del giardino, è il momento di iniziare con la manutenzione. Premunitevi di nuove piante e piantatele, quelle vecchie invece devono essere rincalzate. In più, per ottenere dei buoni risultati, iniziate a concimare il terreno con prodotti specifici.

Anche prato e siepi hanno bisogno di cure particolari e di un po’ di manutenzione per superare la stagione fredda ed arrivare al meglio alla primavera. Se il prato presenta un aspetto sofferente è importante agire in maniera sistematica per prima cosa livellandolo a dovere, in secondo luogo è meglio eliminare tutte le tracce di muschio presenti, poiché questo tende a soffocare il substrato con conseguenze spesso disastrose. In ultimo non dimentichiamoci che anche durante l’inverno è opportuno garantire una giusta aerazione anche al nostro prato. Naturalmente non dimentichiamoci delle siepi: queste vanno rastrellate, potate ed è meglio eliminare tutti i parassiti finchè si è ancora in tempo.

Prima di tutto pulizia del giardino.

Tra le operazioni necessarie per la conservazione del nostro giardino sicuramente ci saranno dei tronchi d’albero feriti. Analizzando gli alberi presenti in giardino ne troverete alcuni con crepe o profonde fessurazioni. E’ importante agire in maniera tempestiva per evitare che queste ferite diventino un veicolo per la prolificazione e l’attacco di fastidiosi parassiti.
pulizia giardino
Attenzione al muschio.
 
Procedete quindi in questo modo: utilizzate una lama pulita ed affilata per eliminare la parte della pianta ormai compromessa. Cercate di togliere tutta la porzione malata, marcia o annerita dalla presenza di eventuali funghi. Successivamente tappate il buco con del mastice da innesti, in questo modo la pianta sarà salva e la ferita non risulterà più un pericoloso problema.
Un’altra importante operazione da svolgere per mantenere al meglio il giardino è la raccolta delle foglie. Si deve evitare che il fogliame rimanga per toppo tempo sul prato poiché si rischia di sviluppare marciumi diffusi che possono espandersi anche nel substrato. In più la presenza del fogliame sul prato impedisce purtroppo all’acqua di penetrare, ciò ovviamente danneggia il substrato.

Procedete quindi con la raccolta sistematica, e a scadenze regolari, del fogliame. Oltre a fare del bene al vostro prato potete ammucchiarlo e conservarlo per produrre dell’ottimo compostaggio.

La manutenzione del prato in inverno

Non dimenticatevi mai di tenere sotto controllo il vostro prato. In particolare in questi mesi invernali è possibile assistere alla comparsa del muschio. Solitamente questo si forma a causa di un’esagerata quantità di umidità nel terreno. E’ importante combatterlo il prima possibile spargendo sul terreno del solfato di ferro. Per quanto riguarda il dosaggio attenetevi scrupolosamente alle dosi consigliate, quantità maggiori rischiano di creare problemi aggiuntivi piuttosto che benefici per il prato. Inoltre evitate di rastrellare il prato fino a quando il muschio non sarà completamente secco, in caso contrario rischiereste di espandere ancora di più il problema.

Lavori di giardinaggio
Lavori di giardinaggio: riordinare rose e rosai.
 
Quando il prato sarà libero sia da muschio che da fogliame (e naturalmente anche dall’eventuale neve) potete ossigenare il terreno utilizzando speciali scarpe chiodate in grado di bucate la superficie calpestata. Questo è sicuramente un metodo molto comodo e rapido, andrà comunque benissimo anche una normale forca. La maggiore permeabilità nei confronti di acqua e di aria del prato porterà sicuramente grandi giovamenti.

Nuova vita in attesa della bella stagione

Sappiamo bene che la maggior parte delle piante rampicanti in questo periodo sono in pieno riposo vegetativo; è quindi proprio questo il periodo migliore per metterle in ordine ridistribuendo al meglio i rami, eliminando quelli doppi o malconci. Utilizzate sempre cesoie ben affilate e disinfettateper eseguire queste operazioni, in più tagliate sempre almeno un centimetro sopra una gemma.

Crisantemi
Crisantemi.
Terminate le operazioni di riordino legate nuovamente i rami e controllate anche le legature che non avete toccato, devono essere tutte ben strette.
Ma non sono solo le piante rampicanti ad aver bisogno di una vigorosa risistemata. Ormai anche i crisantemi hanno completamente esaurito la loro fioritura, si può quindi procedere con una potata anche piuttosto drastica. Una sfoltitura di circa 10 – 15 centimetri non potrà che avere effetti benefici in grado di favorire anche nuove ramificazioni.
Se volete moltiplicare i vostri crisantemi potete sfruttare i fusti appena tagliati: ricordatevi quindi di tagliarli sempre diagonalmente e almeno 3 centimetri sotto un nodo. Successivamente basterà collocarli in un vaso con del terreno leggero: dopo due – tre settimane di luce e temperatura costante di circa 10° C la radicazione sarà avvenuta con successo. Spostate quindi le nuove piantine in vasi più grandi, in primavera saranno abbastanza forti per essere messe a dimora in piena terra.
 
 
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