Puro come un giglio? È sempre più difficile

Se parliamo di gigli adesso è solo per pregustarne il piacere la prossima primavera.

Ci sarà tempo in autunno per passare dal sogno alla realtà, deciderne l'acquisto, sistemarli dove sarà buono per loro e bello per noi.

Ma non è più così facile avere un vero giglio di Sant'Antonio, il bianchissimo Lilium candidum.

O il Lìlium davidii, che fiorisce un po' più avanti, nel mese di giugno. Tanto che un intenditore raffinato come Enrico Shejbal, olandese di origine, ma residente in Italia da molti anni, collezionista e mercante di bulbo­se rare, ha dedicato loro un libro guida online per ri­presentarli agli appassionati (IIsentiero verde dei bulbi, www.floriana.ws).

«Sono pochi i veri gigli, cioè le piante bulbose del genere Lilium che possono essere messe a dimora in autunno» scrive.


La paura delle gelate spinge tutti noi ad acquistare i bulbi prima che l'inverno fini­sca, quando negli scaffali dei garden center le diverse cipolle, quasi tutte olandesi, la fanno da padrone.

Invece, per il vero giglio, già da ottobre si può iniziare a sca­vare una buca che lasci, in profondità, circa tre centimetri di terra per ricoprire il bulbo; considerando invece uno spazio orizzontale libero tra uno e l'altro, se si vo­gliono numerosi, che sia due volte il diametro del bulbo.

Shejbal, contro i suoi in­teressi, non lesina consigli per la buona crescita dei gigli, senza preoccuparsi del fatto che, diventando bravi, non avremo più bisogno di acquistarne altri.

Rimette­remo in terra, ogni anno, quelli della stagione precedente. Allora, però, saremo en­trati a far parte della grande famiglia dei bulbo-dipendenti. E il catalogo di Floria-na, da allium a zantedeschia, ne ha a decine, tutti da sperimentare.

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