1.- Tutte le bufale sulle rinnovabili.
Le tecnologie delle energie rinnovabili non sono affatto immature, poco diffuse o troppo rischiose per gli investimenti nel medio e lungo periodo, anzi. L'utilizzo del ciclo di vita del suolo per le energie rinnovabili è la stessa o addirittura inferiore rispetto ai combustibili fossili. Anche l'energia idroelettrica può essere sostenibile, e portare benefici economici e ambientali. Le fonti rinnovabili, insieme all'efficienza energetica, sono in grado di sostituire i combustibili fossili in tutti i settori, anche in quello dei trasporti. Non è vero che le energie rinnovabili hanno bisogno di incentivi economici, possono già competere per i loro stessi meriti.
2.- Se cercate un vino dall'eleganza antica, provate il Primitivo di Manduria.
La precocità della maturazione delle uve da cui si ottiene il vino da il nome "Primitivo" a questa Doc. Prodotto tipico delle zone costiere ionico-salentine, il vitigno si è successivamente diffuso in tutta la zona delle Murge nelle province di Bari e Taranto. Alcuni documenti storici raccontano che nel XVII secolo i monaci benedettini si dedicarono alla coltura intensiva di questo vitigno, soprattutto nella zona di Gioia del Colle, area in cui il clima era particolarmente favorevole alla coltura del Primitivo. Il vino ebbe un grandissimo successo tanto che nel XIX secolo la coltivazione venne introdotta anche nel territorio di Taranto. Oggi il vino Primitivo viene prodotto non solo nelle aree della Doc, ma anche in tutto il territorio delle province di Taranto, Bari, Brindisi e Lecce, nelle versioni da pasto e Dolce naturale, Liquoroso secco e Liquoroso dolce naturale, adatte per il fine pasto.
3.- Recioto della Valpolicella un vino dolce di grande struttura ed entusiasmanti aromi.
Il Recioto della Valpolicella è generalmente prodotto nella stagione invernale, al termine dell'appassimento delle uve. La fermentazione è piuttosto lunga e può avere una durata anche di oltre 30 giorni, periodo durante il quale il mosto è lasciato in contatto con le bucce, conferendo colore, aromi e struttura. Sarà la fermentazione a stabilire se il mosto diventerà Recioto oppure Amarone. Quando la fermentazione è svolta completamente si ottiene l'Amarone, mentre nel caso in cui si conservi un residuo zuccherino, in genere non oltre il 12%, si ottiene il Recioto. La maturazione del Recioto è svolta in botte, le quali dimensioni e caratteristiche sono scelte dal produttore in accordo al risultato che si vuole ottenere.
4.- Vino Santo Trentino, passito e passione.
Non si sa con certezza quando sia nato il Vino Santo trentino, tuttavia a guardare l’attaccamento con cui ancor oggi i vignaioli della Valle dei Laghi coltivano la vite in campi strappati alla montagna, incastonati fra le rocce e l’orgoglio con cui conservano cimeli, ricordi e vecchie bottiglie che raccontano la storia di questo passito, si ha la netta impressione che esso sia un’eredità orgogliosamente difesa e intensamente partecipata: il Vino Santo può essere considerato un ”vino corale”, un patrimonio di esperienze cui generazioni e generazioni di vignaioli hanno dato il loro contributo. Le prime testimonianze storiche di questa tradizione risalgono al Cinquecento, quando cominciano ad essere citati dei vini bianchi dolci, veri e propri progenitori del Vino Santo.
5.- Proprietà del miele: le mille virtù.
Le proprietà del miele: è uno degli alimenti le cui proprietà salutari sono già note da migliaia di anni. Proprietà di cui, del resto, è particolarmente ricco. Infatti il miele viene usato in moltissimi contesti e da moltissimo tempo con risultati più che soddisfacenti
Per millenni è stato l'unico dolcificante di cui l'uomo ha potuto disporre e ad esso è sempre stata accordata enorme importanza tanto da venire considerato, dalla mitologia greca e romana "cibo degli dei". Vediamo in seguito le mille proprietà di questo favoloso alimento.
6.- Vini e Vitigni di Romagna, la sfida degli autoctoni.
L’argomento dei vitigni autoctoni è disciplinato dalla Legge n. 82 del 20 febbraio 2006 ‘Disposizioni di attuazione della normativa comunitaria concernente l’organizzazione comune di mercato (OCM) del vino’ pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo 2006 - Supplemento ordinario n. 59; a integrazione delle definizioni previste dall’articolo 1, paragrafi 2 e 3, e dall’allegato I del regolamento (CE) n. 1493/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, che stabilisce le definizioni dei prodotti nazionali. Dalla legge si evince che “È definito ‘vitigno autoctono italiano’ il vitigno la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale”. E sono le Regioni (e le province autonome di Trento e di Bolzano) ad accertare la coltivazione di vitigni autoctoni italiani sul territorio di competenza.
7.- Il pesco è probabilmente originario della Cina dove lo si può ancora rinvenire allo stato selvatico.
Il pesco è probabilmente originario della Cina (secondo alcuni del Medio Oriente - Persia), dove lo si può ancora rinvenire allo stato selvatico. L'introduzione del pesco in Europa viene da alcuni attribuita ad Alessandro Magno a seguito delle sue spedizioni contro i Persiani, secondo altri i Greci lo avrebbero introdotto dall'Egitto. Viene coltivato in molti Stati nelle zone con clima temperato mite. A livello mondiale i maggiori produttori sono gli Stati Uniti, seguiti dall'Italia, Spagna, Grecia, Cina, Francia e Argentina. In Italia le regioni maggiori produttrici sono l'Emilia-Romagna (circa 1/3 della produzione), Campania (1/4), Veneto e Lazio. I primi pescheti specializzati in Italia risalgono alla fine dell'800 e sono stati realizzati in provincia di Ravenna.
8.- La ciliegia si coltiva in numerose regioni sin dall’epoca preistorica.
La ciliegia nasce sul ciliegio (Prenus avium), un albero che può arrivare fino a 20 metri di altezza (anche se i coltivatori, per agevolare la raccolta, lo mantengono ad un altezza inferiore) che in primavera si copre di bellissimi fiori bianchi. I frutti si presentano a forma arrotondata, carnosi e succosi, con la buccia liscia: sono attaccati a lunghi e fini peduncoli attaccati a gruppi sulla corteccia. La ciliegia al suo interno contiene un nocciolo color legno e duro. La pianta del ciliegio si divide in due specie distinte: a frutto dolce e a frutto acido.
Il ciliegio dolce da due tipi di frutti diversi: le ciliegie duracine e le ciliegie tenerine: le ciliegie duracine (duroni) hanno polpa croccante e dura con colore rosso nerastro o bianco, mentre le ciliegie tenerine hanno polpa succosa e morbida dal colore nero o rosso.
Descrizione: Tutti i tipi di cavoli coltivati, anche se di aspetto molto diverso, sono varietà derivate dal cavolo selvatico che cresce sulle zone costiere del Mediterraneo e su quelle atlantiche, ad esclusione del “cavolo cinese” che deriva da una specie diversa, la “brassica sinensis”. A meno che non si voglia produrre seme, i cavoli in genere si coltivano con ciclo annuale anche se si tratta di piante a sviluppo biennale; le parti utilizzate sono in genere fusto, foglie e infiorescenze. Il cavolfiore coltivato corrisponde alla varietà “botrytis capitata”, che si distingue per il periodo di raccolta e per il colore dell’infiorescenza a palla. Il broccolo corrisponde invece alla varietà “botritys cymosa” ed è abbastanza diffuso in Italia soprattutto nel meridione. Rispetto al cavolfiore presenta un maggiore numero di foglie e oltre all’infiorescenza principale presenta germogli laterali (broccoletti).
10.- La doppia piramide: alimentare e ambientale.
Un modello per il benessere della persona e la salvaguardia dell’ambiente.
Qual è l’impatto ambientale dovuto alla produzione, alla distribuzione e al consumo dei cibi? Per rispondere a queste domande, il Barilla Center for Food and Nutrition ha ideato il modello della Doppia Piramide Alimentare – Ambientale, strumento che mette in relazione l’aspetto nutrizionale degli alimenti con il loro impatto ambientale.
Un unico modello alimentare nato per tutelare il benessere delle persone e dell’ambiente.
La piramide ambientale nasce studiando e misurando l’impatto sull’ambiente dei cibi presenti nella piramide alimentare, e disponendoli lungo un piramide capovolta, in cui gli alimenti posizionati più in basso (al vertice del triangolo) hanno il minore impatto ambientale. Accostando le due piramidi si ottiene così la “Doppia Piramide” Alimentare-Ambientale, dove si nota intuitivamente che gli alimenti per i quali è consigliato un consumo maggiore, generalmente sono anche quelli che determinano gli impatti ambientali minori. Viceversa, gli alimenti per i quali viene raccomandato un consumo ridotto sono anche quelli che hanno maggior impatto sull’ambiente.
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