Di origine asiatica, l’aglio è una pianta aromatica a bulbo appartenente alla famiglia delle Liliacee.
Quello Rosso di Sulmona cresce esclusivamente nella Conca Peligna, nei pressi di Sulmona, dove viene coltivato da secoli.
Considerato una delle varietà di aglio più pregiate e rare – infatti in Italia è soprattutto diffuso l’aglio bianco, seguito da quello rosa –, l’Aglio Rosso di Sulmona si caratterizza per il colore porpora dei suoi spicchi e per le dimensioni più grandi rispetto a quelle di altre tipologie. I suoi scapi fiorali, rimossi prima della raccolta, possono essere consumati freschi: hanno un gusto più delicato rispetto a quello dell’aglio. Il biotipo di Sulmona è precoce: si coltiva a novembre o dicembre e si raccoglie tra giugno e luglio. I bulbilli (spicchi) si presentano avvolti dalle tipiche tuniche color rosso porpora; hanno profumo pungente e sapore persistente. Commercializzato in trecce, tale aglio conquista per il sapore intenso, determinato dall’elevata percentuale di oli essenziali in esso contenuti; inoltre, ha il pregio di mantenere a lungo intatte le sue caratteristiche.
L’aglio Rosso di Sulmona è un ecotipo coltivato da secoli in Abruzzo (Valle Peligna – provincia di L’Aquila – il cui maggiore centro è Sulmona). E’ un prodotto di ottima qualità, ben apprezzato sul mercato, che ha dato origine anche ad elevati flussi di esportazione, ma, ha seguito i trend di riduzione della coltura in Italia, per cui le superfici si sono ridotte ed oggi sono stimati 150 gli ettari coltivati.
E negli ultimi anni il regresso della coltura ha mostrato una notevole accelerazione, assommando ai problemi nazionali generali anche quelli specifici che stanno caratterizzando molte produzioni locali nel nostro Paese.
- Quando il prodotto tipico non riesce a valorizzarsi sul mercato, se non quello locale;
- Quando la tecnica colturale, soprattutto la meccanizzazione, non fa passi in avanti;
- Quando la produzione è dispersa e minimo è il potere contrattuale dei produttori;
- Quando non si riesce a coniugare i valori della tradizione, percepita dai consumatori come elemento positivo, con quelli di una organizzazione produttiva adeguata all’attuale mercato;
- Quando, insomma, una produzione tipica resta confinata ad una generazione di produttori, ormai troppo anziana, per investire nel futuro, allora si fa sempre più fosco il futuro della coltura.
Nonostante ciò, il Rosso di Sulmona è ancora oggi una produzione di mercato per due ragioni fondamentali, a differenza di tanti altri ecotipi locali di aglio ormai ridotti a produzioni di strettissima nicchia, se non di solo autoconsumo. Innanzitutto grazie alle sue eccellenti qualità produttive, che ne hanno fatto un prodotto apprezzato e richiesto dal mercato, specialmente quello del Centro Italia, tanto che prodotti esteri o d‘importazione di colore rosso vengono spesso “confusi” sotto le spoglie del Rosso di Sulmona.
L’altra ragione risiede nelle caratteristiche socio-economiche dell’area di produzione, che offre alternative produttive estremamente limitate. L’orticoltura della Valle Peligna, un tempo fiorente in quanto unica area irrigua di tutta l’estesa provincia di L’Aquila, non ha imboccato la strada delle produzioni industriali e non si è neanche riconvertita verso altri indirizzi produttivi. Oggi sono del tutto residuali e marginali gli altri prodotti orticoli, mentre la produzione di aglio, rappresentata non più soltanto dal Rosso di Sulmona, continua a svolgere un importante ruolo nella Produzione Lorda Vendibile dell’intero settore agricolo ed è il solo prodotto orticolo che varca i confini regionali.
Con una produzione di 10.000 q.li di prodotto secco si stima una PLV di circa 2 milioni di euro.In questa difficile situazione nel luglio 2009 è nato il Consorzio dei Produttori che promuove tutte le iniziative tese a difendere, tutelare, valorizzare e commercializzare l’aglio Rosso di Sulmona. I risultati raggiunti in soli 3 anni di lavoro dimostrano che la strada intrapresa sta rilanciando e qualificando la produzione del Rosso di Sulmona.
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