Vini da tutto pasto: Due bottiglie per una piccola cantina.


Una volta si portava il vino a ta­vola senza tenere in debito con­to quali cibi avrebbe accompagnato. Ciò perché rappresentava a sua volta un alimento, tra l'altro molto energe­tico, che serviva a integrare diete tal­volta povere; rappresentava quindi un cibo in più da mettere a tavola, a prescindere dalla sua qualità, spesso modesta, quando non scadente.

Og­gi, invece, che rispetto a un tempo si beve meno, ma meglio, il vino non rappresenta più, come prima istanza, un alimento, bensì una fonte di piace­re, capace di rendere più gradevoli i momenti conviviali. Pertanto deve es­sere di buona qualità e deve saper ar­monizzare con la vivanda che accompagnerà a tavola, anche perché servire ad amici o conoscenti una buona bottiglia con il cibo giusto è motivo di prestigio.


Ma anche il vino consumato abitualmente ai pasti deve essere gra­devole e affidabile. Non deve, cioè, essere un vino qualsiasi, ma possedere alcuni requisiti importanti; deve risultare genuino, ave­re una giusta alcolicità e dimostrarsi sufficientemente "eclettico" da poter accompagnare tutte le portate del pranzo. Pertanto ci si potrebbe orientare su due tipologie: un bianco per i pasti più leg­geri e in genere quelli estivi e un rosso per i pranzi a base di carne.

Il vino bianco ideale dovrebbe nascere dalle uve più nobili quali il Cortese, vitigno piemontese di pregio che genera vini raffinati co­me il Cavi; lo Chardonnay, impiegato per la produzione dei più e-leganti Champagne e Spumanti Classici Italiani; i Pinot, che gene­rano vini di grande equilibrio. Il bianco che nasce da questo uvag-gio si presenta fresco e gentile, gradevolmente profumato, con ri­cordi di frutta matura, ma al tempo stesso secco, snello, immedia­to.

E' il vino ideale per i pranzi leggeri e quelli a base di pesce; ser­vito a 8 gradi di temperatura, accompagna frutti di mare crudi, an­tipasti di affettati all'italiana (soprattutto salumi nobili come pro­sciutto e culatello); pesci variamente cucinati e carni bianche deli­cate. Il vino rosso da preferire dovrebbe, invece, avere la corposità dei rossi toscani, l'eleganza di alcuni vini piemontesi e la freschez­za di quelli Veneti.

Dovrebbe cioè essere preferibilmente ottenuto da uve Sangiovese (che sono alla base di tutti i rossi docg toscani), Dolcetto (vitigno piemontese che esprime vini spesso delicati ed e-leganti) e Merlot (vitigno francese che ha trovato in Veneto un fa­vorevole terreno d'espansione). O rosso che nasce da queste uve è piacevolmente fruttato, asciutto, dotato di corpo caldo e morbido.

Si può servire a temperatura ambiente con primi piatti saporiti, formaggi stagionati, carni bianche come pollame e vitello, carni rosse come manzo e anatra variamente cucinate. Inoltre, proposto a temperatura di cantina, accompagna le bistecche, gli hamburger e le salsicce, preparati al barbecue, nel corso di gradevoli pranzi al­l'aperto.

Disponendo di entrambi i vini, si potranno elaborare menù più complessi, che comprendano cioè raffinati antipasti di mare e importanti piatti forti a base di carne con salse. Infatti que­sti due vini possono incontrarsi in sintonia all'interno dello stesso pasto, a condizione che il bianco preceda il rosso, o accompagnare, separatamente, i pranzi più diversi. 

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:
green-world-recycle-img5

0 commenti:

Posta un commento