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1.- Aglio: come coltivarlo in balcone.
Aglio: come coltivarlo in balcone.
L’aglio è un condimento particolarmente diffuso nella dieta mediterranea: presente in numerose ricette, oltre in cucina è conosciuto per le sue potenti proprietà antibatteriche, che lo rendono un ottimo rimedio naturale per le infezioni del cavo orale e dell’apparato digerente. Non è però tutto, poiché l’aglio è mediamente semplice da coltivare, anche in casa. L’Allium sativum, questo il nome
1.- I frutti esotici dalle migliori proprietà: la top10 da tenere a mente!
I frutti esotici dalle migliori proprietà: la top10 da tenere a mente!
Tempo di vacanze, tempo di viaggi, di culture e di cibi esotici... chi avrà la fortuna di andare lontano potrà sperimentare piatti e frutti esotici. Si, davvero una fortuna, perchè molti frutti tropicali difficilmente reperibili in Italia, sono invece molto popolari ed apprezzati in culture orientali, in Africa, o tra i Latinos... non solo per il loro sapore ma anche per le innumerevoli proprietà
1.- Proprietà ed effetti benefici dell'Anguria o Cocomero.
Proprietà ed effetti benefici dell'Anguria o Cocomero.
L'Anguria, o Cocomero (Cucurbita Maxima, famiglia delle Cucurbitacee), è il frutto di una pianta strisciante con fusto erbaceo, dalle foglie piccole e pelose ed i fiori gialli a campanula. La forma del frutto, a seconda della varietà, può essere più o meno ovale o sferica, il colore può variare dal verde chiaro al verde scuro, striato, mentre la polpa, croccante e ricca di semi, può assumere

1.- Le proprietà benefiche del mandarino.
Le proprietà benefiche del mandarino.
Il mandarino (Citrus reticulata) appartiene alla famiglia delle Rutacee (genere citrus insieme al cedro e al pomelo) ed è un albero da frutto. Dei tre appartenenti al genere Citrus è l’unico frutto dolce. Il suo arbusto è alto poco più di due metri e, in alcune particolari varietà, può arrivare anche a quattro. Ha la forma di una piccola sfera leggermente appiattita sopra e sotto e le sue foglie

le zone fitoclimatiche

Il clima, così come il suolo, è uno dei fattori fondamentali di determinazione delle specie botaniche in relazione al territorio. Ma si tratta di una relazione biunivoca, perché il clima stesso è influenzato dai vasti sistemi vegetali naturali (si pensi al ruolo della foresta pluviale amazzonica, per citare il caso più celebre).

Il tempo atmosferico naturalmente ha a che fare con il clima, ma mentre il primo è caratterizzato da una certa variabilità, il secondo è sostanzialmente stabile. La meteorologia infatti è la scienza che studia l'evoluzione del tempo atmosferico nel breve periodo. Si potrebbe dire che essa sta al clima come la cronaca giornalistica sta alla Storia. Ciò significa che per cogliere un ritratto verosimile del clima, non basta seguire le previsioni del tempo: bisogna "allontanarsi" nello spazio, realizzare uno sguardo assai ampio, capace di registrare i grandi cicli climatici, magari anche oltre quelli più evidenti delle stagioni.

Nelle vicende del clima poco importa che si abbia per esempio un'estate eccezionalmente piovosa o un inverno particolarmente secco. Il clima infatti è caratterizzato da un certo equilibrio di fondo, da una ricorrenza caratteristica dei fenomeni meteorici sul lungo periodo.
Questa stabilità è determinante per lo sviluppo delle specie e costituisce uno dei presupposti chiave dell'evoluzione biologica.

Paradossalmente infatti il clima si può interpretare meglio studiando le relative caratteristiche delle specie botaniche, piuttosto che seguendo le sintesi meteorologiche.

E' opportuno dire che l'altitudine (la quota rispetto al livello del mare) e la latitudine (la distanza dall'equatore) sono i fattori climatici determinanti. Ma naturalmente i componenti sono molteplici (basti citare la vicinanza al mare, o in particolare le correnti oceaniche, o la piovosità media, o la circolazione dei venti dominanti) e il clima è variamente influenzato dalla complessità dei modi in cui ogni componente si collega agli altri.

Da questa prospettiva è possibile evidenziare il legame che sussiste tra il clima e il territorio. In altre parole, si può realizzare una carta climatica del territorio, che come ogni altra carta geografica, può assumere funzioni di guida nel suo specifico campo di applicazione. Nel nostro caso, per esempio, può indicarci quali piante è opportuno selezionare e quali altre escludere per una data localizzazione. Esistono vari tipi di carte climatiche del territorio italiano, redatte secondo diverse prospettive. Di seguito ne consideriamo alcune.

Dal punto di vista delle categorie climatologiche a grande scala che interessano il continente europeo, in Italia si riscontrano due climi di base:

- quello mediterraneo, caratterizzato da una certa aridità estiva (piovosità media annuale non superiore a 900 millimetri) e da temperature medie annuali comprese tra i 14°C e i 18°C, dove la vegetazione di riferimento è composta da latifoglie sempreverdi come olivi (Olea europaea), lecci (Quercus ilex) e agrumi (genere Citrus);

- e quello medio-europeo, caratterizzato da precipitazioni abbastanza uniformi nel corso dell'anno (piovosità media annuale fino a 1500 millimetri) e da temperature medie annuali comprese fra 9°C e 13°C, dove la vegetazione di riferimento è costituita da latifoglie a foglia caduca come le varie querce cerro (Quercus cerris), farnia (Q. robur), roverella ( Q. pubescens) e rovere (Q. petraea), i castagni (Castanea sativa) e i faggi (Fagus sylvestris).

I Principali Tipi Forestali


Conifere

Lecceta


Querceto


Faggeta

Dal punto di vista altimetrico, invece, il territorio italiano (caratterizzato com'è noto da significativi sistemi montuosi, estesi da est a ovest - le Alpi - e da nord a sud - gli Appennini) si può suddividere in diverse fasce climatiche:

- Dal livello del mare a 300 metri si estende la fascia mediterranea secca, interessata da specie come gli agrumi e le palme nane (Chamaerops humilis);

- Da 300 metri a 600 metri si estende la fascia mediterranea media, nella quale sono diffusi l'olivo (Olea europaea), il pino domestico (Pinus pinea), la quercia da sughero (Quercus sube);

- Da 600 metri a 800 metri si estende la fascia collinare, dominata dalle querce (rovere, farnia e roverella), dal castagno e dall'acero campestre (Acer campestre), e più a sud dal leccio;

- Da 800 metri a 1200 metri si estende la fascia montana, interessata da varie specie, come l'acero montano (Acer pseudoplatanus), il carpino (Carpinus betulus), il frassino (Fraxinus excelsior), il faggio e gli abeti bianchi (Abies alba) e rossi (Picea abies / P. excelsa);

- Da 1200 metri a 1800 metri si estende la fascia prealpina (o subalpina), caratterizzata ancora dall'abete rosso, da vari pini come il silvestre (Pinus sylvestris), il mugo (Pinus mugo) e il cembro (Pinus cembra), dal larice (Larix decidua / L. europaea) e dal ginepro (Juniperus communis);

- Da 1800 metri a 2400 metri si estende la fascia alpina, nella quale la vegetazione tende a essere per la maggior parte composta da specie erbacee, con aree poste in zone più protette interessate ancora dal larice, dal cembro e da altri pini a portamento prostrato, soprattutto il mugo;

- Oltre i 2400 metri si estende la fascia glaciale (o nivale), dove si riscontra la totale assenza di specie arboree e la presenza di associazioni vegetali composte prevalentemente da muschi e licheni.

Le prime due fasce si riferiscono per lo più alle regioni meridionali, incluse le isole, e influenzano la cintura costiera del mar Tirreno (fino a comprendere la Liguria), interessano inoltre alcune ridotte enclave intorno ai grandi laghi prealpini (aree insubriche). Le ultime due fasce invece riguardano quasi esclusivamente l'arco alpino.

Tuttavia, data la complessità orografica (conformazione fisica altimetrica), l'estensione nord-sud e una serie di altre specificità, alla fine è preferibile suddividere il territorio italiano in sei fasce climatiche di rilevanza botanica (zone fitoclimatiche). In queste zone è possibile osservare una vegetazione-tipo, cioè, un'associazione di specie vegetali spontanee che ricorrono con costanza su quella specifica area. Il nome stesso delle zone si richiama più o meno vagamente alla specie di riferimento:

zone fitoclimatiche italia

Mappa delle zone fitoclimatiche in Italia


Lauretum caldo

Fagetum


Lauretum freddo

Picetum


Castanetum

Alpinetum

Lauretum caldo - Costituisce la fascia dal livello del mare fino a circa 300 metri di altitudine, sostanzialmente lungo le coste delle regioni meridionali (fino al basso Lazio sul versante tirrenico e fino al Gargano su quello adriatico), incluse Sicilia e Sardegna. Questa zona è botanicamente caratterizzata dalla cosiddetta macchia mediterranea, ed è un habitat del tutto favorevole alla coltivazione degli agrumi;

Lauretum freddo - Si tratta di una fascia intermedia, tra il Lauretum caldo e le zone montuose appenniniche più interne, nelle regioni meridionali già citate; ma questa fascia si spinge anche più a nord lungo le coste della penisola (abbracciando l'intero Tirreno e il mar Ligure a occidente e spingendosi fino alle Marche sull'Adriatico) interessando il territorio dal livello del mare fino ai 700-800 metri di altitudine sull'Appennino; inoltre si riferisce ad alcune ridotte aree influenzate dal clima dei grandi bacini lacustri prealpini (soprattutto il lago di Garda). Dal punto di vista botanico questa zona è fortemente caratterizzata dalla coltivazione dell'olivo ed è l'habitat tipico del leccio;

Castanetum - Riguarda sostanzialmente l'intera pianura Padana incluse le fasce prealpine e si spinge a sud lungo l'Appennino, restringendosi sempre più verso le estreme regioni meridionali; a parte la superficie planiziale che si spinge fino al livello del mare lungo la costa dell'alto Adriatico (dalla Romagna all'Istria), questa fascia è generalmente compresa tra le altitudini di 300-400 metri e 900 metri nell'Italia settentrionale (ché la quota aumenta progressivamente verso sud col diminuire della latitudine). Questa zona dal punto di vista botanico è compresa tra le aree adatte alla coltivazione della vite (Vitis vinifera) e quelle adatte al castagno; è l'habitat ottimale delle latifoglie decidue, in particolare delle querce;

Fagetum - Si tratta di una fascia che interessa sostanzialmente il territorio montuoso compreso fra le Prealpi e le Alpi lungo tutto il perimetro della pianura Padana e si spinge a sud lungo gli Appennini restringendosi sempre più al diminuire della latitudine, fino a interessare solo le cime (monti della Sila, Pollino) nell'estremo lembo meridionale; questa fascia va generalmente dalle altitudini di 800-900 metri fino ai 1500 metri nell'Italia settentrionale, mentre nelle regioni meridionali arriva fino al limite della vegetazione arborea. Botanicamente questa zona è caratterizzata dai boschi di faggi e carpini, spesso misti agli abeti;

Picetum - E' la fascia montana, quasi esclusivamente alpina, che si estende tra i 1400-1500 metri e i 2000 metri di altitudine. Dal punto di vista botanico questa zona è caratterizzata dai boschi di conifere, non solo abeti, ma anche larici e pini;

Alpinetum - Rappresenta la fascia alpina estrema, compresa tra i 1700 metri e il limite della vegetazione arborea (che varia dai 1800 metri ai 2200 metri). Si tratta di una zona comunque caratterizzata da una vegetazione arborea piuttosto rada, costituita perlopiù da larici e da alcuni tipi di pino, che verso l'alto assumono portamento essenzialmente prostrato (Pinus mugo).

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1.- Piante medicinali in fitoterapia


Le piante hanno una diversità biochimica molto più ricca degli animali e almeno i quattro quinti dei metaboliti secondari oggi conosciuti sono di origine vegetale. La spiegazione di questo fenomeno risiede probabilmente nel fatto che le piante sono vincolate al suolo e devono evolvere una molteplicità di meccanismi di adattamento. I prodotti del metabolismo secondario sono in pratica gli intermediari con cui gli organismi vegetali comunicano con l’ambiente che li circonda, con lo scopo di trovare le condizioni più adatte per poter vivere, convivere, sopravvivere e riprodursi.
 
2.- Malattie e cure delle piante.


Anche se dedichiamo molte cure alle nostre piante, spesso queste si ammalano: bisogna sapere individuare con precisione il motivo per cui soffrono per porre rimedio nel migliore dei modi; ma come fare per capire da che cosa sono affette le nostre piante?
Malattie e cure.
Una pianta sempre ben curata è sicuramente più resistente alle malattie ma non è certo che non si ammali. Ti illustriamo in che modo individuare il problema e i suoi sintomi, quali piante devi proteggere e come debellare gli attacchi parassitari.
 
3.- La regina della notte, quindi i fiori seguono l'orologio.


Per chi è nottambulo, e può apprezzare la Regina della notte, di cui parliamo a fianco, c'è un'altra meraviglia da coltivare, la Bella di notte o Ipomea mexicana, che non passa facilmente l'autunno, e ancor meno l'inverno, all'aperto nel nostro clima. Ma che, di stagione in stagione, da una bella fioritura bianca e leggermente profumata nel corso delia notte. Per chi non è nottambulo, o non abbastanza mattiniero, ecco un altro fiore che sì comporta seguendo un orologio personale. È la popolare Ipomea Morning Glory, che apre il suo calice blu nelle prime ore del mattino, per richiuderlo verso le nove, dieci. Conservatene i semi per rinnovare la coltivazione l'anno prossimo.
 
4.- Peperoni in technicolor, crudo nelle insalate, in pinzimonio o nella bagna caoda.


II peperone (Capsicum annuirti è un ortaggio proveniente dall'America del Sud. Comparso sulle tavole europee nel XVI secolo, oggi la sua coltivazione è molto diffusa in molti Paesi e in Italia. Tra i peperoni più pregiati ricordiamo quelli dì Carmagnola, prodotto agroalimentare tradizionale e presidio slow food (da oggi, fino al 7 settembre, il paese ospita la tradizionale sagra). Dì colore rosso o giallo, talvolta sfumato di verde, gusto dolce e pronunciato, i peperoni dì Carmagnola (Torino) si dividono in quattro tipologie a seconda della forma: il quadrato, il corno di bue, la trottola e il tumatìcot.
 
5.- Il «pomodoro da serbo» non va irrigato e si conserva fresco sino a primavera.

I pregi di questo tipo di pomodoro, coltivato da sempre nel sud Italia, fanno sì che trovi spazio negli orti familiari. Il problema sta nella difficoltà di reperire la semente. II «pomodoro da serbo» è un ortaggio intimamente legato alla cultura alimentare del sud Italia. In passato questo ortaggio rappresentava l'unica fonte da cui si po­tesse attingere per il consumo fresco di pomodoro nel periodo autunno-invernale. Non ha bisogno di irrigazioni, né di interventi antiparassitari e si conser­va allo stato fresco fino a primavera. Questo pomodoro si trova prevalente­mente nelle regioni meridionali (Cam­pania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sici­lia) dove viene coltivato in piccoli ap­pczzamenti a partire dal livello del mare sino ai 500 metri di altitudine.
 
6.- Mangiare Sano, Mangiare Bene: il grande e variegato mondo dell'alimentazione


Il grande e variegato mondo dell'alimentazione si divide in due capitoli che da sempre son ben distinti tra loro: l'aspetto gastronomico (mangiare è un piacere) e quello salutistico (mangiare bene o male dà salute o malattia). In rete esistono ormai centinaia di siti internet e riviste che trattano di alimentazione.
Incredibilmente, nessuno riesce a trattare l'argomento in modo coerente, onesto e completo.
Le informazioni che si trovano hanno tre grandi difetti:
* Non sono coerenti perché spesso si contraddicono da sole (quello che oggi fa male domani fa bene...)
* Non sono complete perché chi le scrive non ha una visione ormai superata dell'alimentazione.

7.- Piante Aromatiche, ricche di oli essenziali.


Le piante aromatiche contengono sostanze di odore gradevole (aromi), ricche di oli essenziali, la cui funzione biologica si ipotizza possa avere funzione di difesa dagli insetti fitofagi, per i quali risultano repellenti; come stimolanti il metabolismo vegetale; nei fiori come attrazione per gli insetti pronubi, o semplicemente come inerti sostanze di scarto del catabolismo.
Nei vegetali la produzione di sostanze aromatiche può essere distribuita in tutta la pianta o localizzata in determinati organi, come:
  • Semi (pepe, anice, vaniglia, ginepro, caffè, etc.)
  • Bulbi o radici (cipolla, aglio etc.)
  • Foglie (tè, tabacco, etc.)
  • Legno (sandalo, canfora, etc.)
 
8.- 10 piante d’appartamento che ripuliscono l'aria di casa.

Piante-da-InternoDecorative ma non solo. Le piante d’appartamento contribuiscono a ripulire l’aria di casa. Ecco quelle consigliate a chi vuole incrementare la propria riserva di ossigeno. La formaldeide presente nel compensato e nella moquette. Il benzene di vernici e inchiostri. Persino l'acetone e l'etanolo, prodotti normalmente con la respirazione. L'aria delle nostre case è spesso piena di sostanze chimiche inquinanti, che possono essere eliminate scegliendo le piante d'appartamento adatte. Ecco dieci potentissimi (e graziosi) filtri naturali, in grado di rendere più sano l'ambiente in cui viviamo:
 
9.- Il Ficus, classico bonsai da interno, riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi e richiede pochissime cure per vivere in salute.

l genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed era già conosciuto ai tempi degli antichi romani, tanto che la propria denominazione affonda le sue radici etimologiche proprio in quel periodo storico. Si compone di circa 600 specie, con il 90% di esse diffuse nelle regioni tropicali e subtropicali a clima caldo. Sono piante legnose dalle più svariate dimensioni che vanno dagli enormi Ficus benghalensis, alti alcune decine di metri fino ai piccoli rampicanti, quali i Ficus repens. Il Ficus è composto da piante arboree o arbustive, talvolta quasi erbacee, sempre caratterizzate da un comune succo lattiginoso (il lattice) che fuoriesce quando vengono incisi il tronco o le foglie. Le foglie sono di molteplici tipi, alcune profondamente lobate, altre intere o a margini ondulati, altre ancora con pochi denti. Generalmente sono alterne e persistenti, raramente opposte, di consistenza piuttosto variabile, e differenti anche nella nervatura; fatto questo che facilita nella distinzione della specie.
 
10.- I fagioli di Pigna famosi per il loro gusto morbido e delicato.


Grazie alle recenti leggi comunitarie sulla denominazione d'origine,tra i legumi con il "marchio" c'è anche questa specialità, coltivata nell'entroterra ligure da oltre tre secoli.
• Famosi per il loro gusto morbido e delicato, questi fagioli hanno buccia sottile, il che consente una cottura rapida(20minuti),senza aggiunte nell'acqua per intenerirli.
• Secondo la tradizione pignasca, accompagnano solitamente piatti di carne (famosa è la capra con i fagioli), ma il loro gusto li rende ideali anche peraffiancare preparazioni di pesce. Nonostante la presenza do­minante del mare, la Ligu­ria è una delle poche regio­ni italiane che non utilizza la pesca come principale fonte di cibo. La sua gastro­nomia è ricca di prepara­zioni contadine, a base di cereali e ortaggi, condite con l'olio della Riviera e ricche di aromi.
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regno_delle_pianteIl regno delle piante (Plantae Haeckel, 1866) comprende circa 350.000 specie di organismi viventi, distinti comunemente con nomi di alberi, arbusti, cespugli, erbe, rampicanti, succulente, felci, muschi e molti altri ancora.
La maggior parte delle piante esistenti e conosciute sono incluse nel gruppo delle Angiosperme (divisione Magnoliophyta), con circa 250.000 specie che si distinguono dalle altre divisioni per la produzione di fiori seguita, dopo l'impollinazione, dalla formazione di semi racchiusi e protetti all'interno di un frutto.
La branca della biologia che si occupa dello studio delle piante è la botanica.
Per i biologi le piante hanno alcune caratteristiche fondamentali:
    sono organismi autotrofi, cioè riescono a produrre il loro nutrimento direttamente da sostanze inerti (l'aria, l'acqua, il terreno);
    svolgono la fotosintesi, un insieme di reazioni biochimiche, che permette di catturare parte dell'energia solare trasformando l'anidride carbonica in zuccheri ed altre sostanze;
    sono formati da cellule eucariote, cioè cellule particolarmente evolute, dotate di un vero e proprio nucleo;
    le pareti cellulari sono ricche di cellulosa e le cellule stesse di amido.
I limiti precisi del regno delle Piante, per quanto riguarda gli organismi inferiori e in particolare unicellulari, sono stati oggetto di valutazioni discordanti tra gli studiosi.
Inizialmente, il regno delle Piante (più esattamente il regno Vegetale, v. sotto) comprendeva anche organismi eterotrofi, come i Funghi, e tutti i batteri. Successivamente, le Piante erano state ristrette ai soli organismi autotrofi pluricellulari, rimandando tutti gli organismi unicellulari anche autotrofi al regno dei Protisti.
Oggi prevale la tendenza a riportare nel regno delle Piante gli organismi unicellulari autotrofi, purché eucarioti. Ciò si applica in particolare alle alghe verdi, tradizionalmente incluse nei Protisti; esse farebbero parte del regno delle Piante, perché hanno cellule con le pareti di cellulosa, contengono lo stesso tipo di clorofilla delle piante terrestri e producono amido con la fotosintesi.
Nel capitoletto dedicato alla sistematica, vengono presentate anche altre posizioni, come quella degli studiosi che considerano ancora oggi le Piante un gruppo tassonomico ben circoscritto, dal quale ribadiscono l'esclusione delle alghe[2].
Ancora più controversa è la collocazione delle alghe rosse o Rodofite, che hanno una parentela meno stretta delle alghe verde con le piante superiori.
Rimangono unanimemente esclusi i procarioti capaci di fotosintesi, in particolare il gruppo delle alghe azzurre (più correttamente chiamate Cianobatteri).
Per la loro semplicità strutturale e la stretta vicinanza filogenetica, le alghe verdi vengono considerate antenate delle piante terrestri. Secondo questa ipotesi, circa 400 milioni di anni fa alcune alghe verdi d'acqua dolce (le Caroficee o le Carofite secondo i diversi inquadramenti tassonomici), facevano capolino sulle rive dei laghi esposte per breve tempo all'aria. Queste sottili fasce verdi intorno alle zone d'acqua erano l'unica vegetazione sulla terraferma, allora completamente deserta.
Nell'Ottocento, le piante venivano incluse nel più vasto – ed allora poco conosciuto – Regno Vegetale, che comprendeva anche tutti i tipi di alghe, i funghi, i batteri e i licheni. Oggi funghi e batteri sono assegnati a ben diversi regni tassonomici, i licheni sono riconosciuti come organismi formati dalla simbiosi di un'alga e di un fungo, mentre le alghe sono state disperse, a seconda dei gruppi, in ambiti tassonomici molto differenziati e tuttora controversi.
Nel corso della complessa storia della tassonomia del mondo vegetale, i continui cambiamenti apportati dai botanici sistematici hanno così generato la produzione di diverse categorie, basate soprattutto su distinzioni morfologiche e riproduttive. Anche se molti di essi sono ufficialmente in disuso, questi gruppi rimangono tuttora utilizzati in botanica perché offrono una rapida comprensione delle differenze mostrate dagli organismi vegetali, a seguito di una diversa complessità tracciata dal cammino evolutivo.
La tabella che segue offre un quadro delle divisioni del Regno delle Piante; si tenga conto dell'esistenza di un dibattito in corso, che è illustrato per quanto possibile nelle note e nella discussione che viene dopo la tabella.
Classificazione prima di Linneo.
pianta_carnivora_Nepenthes_villosa
Il primo tentativo di classificazione di cui siamo a conoscenza è l'opera in nove libri Historia Plantarum di Teofrasto (370-285 a. C.) che classificò 480 piante in base al portamento, (alberi, frutici, suffrutici ed erbe) e ad alcune caratteristiche floreali.
Altro autore degno di nota nell'antichità fu Dioscoride un botanico greco, nato in Cilicia nel I° secolo a.C., che scrisse 5 volumi sulle piante medicinali che per secoli, vennero tradotte in tutti i paesi del mondo conosciuto.
Nei secoli seguenti, e per tutto il medioevo, lo studio della botanica si limitò allo studio delle proprietà delle piante medicinali, senza ulteriori apporti scientifici, ad esclusione del botanico padovano Alberto Magno (1193 – 1280), che con l'opera De vegetalibus si distacca dalle opere fino allora prodotte e tramandate (con nozioni il più delle volte di pura fantasia), descrivendo accuratamente e con precisione le specie trattate, sviluppando grazie all'osservazione diretta in tutta Europa, la prima teoria sulla mutabilità della specie, che molti secoli dopo verrà ripresa da Darwin; egli propose inoltre una classificazione dei vegetali che riprendeva in parte quella di Teofrasto, e che riportiamo di seguito:
    Piante prive di foglie
    Piante con foglie
    Piante con corteccia e midollo
    Piante con tunica
    Erbacee con nodi
    Legnose con nodi
Solo nel XVI° secolo, si ebbe la svolta nello studio sistematico delle piante su basi scientifiche grazie ad alcuni botanici (stimolati dalla scoperta di nuove specie, in seguito all'esplorazione di nuovi continenti, che rendevano impellente una nuova classificazione), come l'aretino Andrea Cesalpino (1519 -1603), il bolognese Ulisse Aldrovandi (1522 – 1605), e all'opera di Gaspard Bauhin (1560 – 1624) di Basilea, che pubblicando Pinax theatri botanici (1596), introdusse elementi di riflessione sulla classificazione delle piante seguita fino ad allora, cercando di individuare dei gruppi omogenei di piante, tenendo conto delle loro somiglianze.
Successivamente il naturalista inglese John Ray (1628-1705), propose un nuovo sistema di classificazione, che prendeva in considerazione il più grande numero possibile di caratteristiche morfologiche dei fiori e delle foglie; cui seguì l'ideazione del termine famiglia da parte di Pierre Magnol (1638-1715) che classificò 76 famiglie di piante, mentre il concetto di genere e specie fu introdotto da Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) che stabilì una classificazione dei vegetali in base alla struttura dei fiori.
Classificazione secondo Linneo.
Carl_von_Linné
Carl von Linné (1707-1778) botanico svedese, codificò la nomenclatura binomiale, di piante e animali, utilizzando due nomi in lingua latina, il primo indicante il genere e il secondo la singola specie animale o vegetale.
Il tipo di classificazione delle piante adottato da Linneo, noto come Sistema sessuale, si basava essenzialmente sui rapporti numerici e sulla morfologia di stami e pistilli, suddividendo le piante in 24 classi, che riportiamo di seguito:
    I Monandria
    II Diandria
    III Triandria
    IV Tetrandia
    V Pentandria
    VI Esandria
    VII Ettandria
    VIII Ottandria
    IX Enneandria
    X Decandria
    XI Dodecandria
    XII Icosandria
    XIII Polyandria
    XIV Didynamia
    XV Tetradynamia
    XVI Monadelphia
    XVII Diadelphia
    XVIII Polyadelphia
    XIX Syngenesia
    XX Ginandria
    XXI Monoecia
    XXII Dioecia
    XXIII Polygamia
    XXIV Cryptogamia
La determinazione sistematica di Linneo, in base al numero e morfologia degli organi sessuali delle piante, è stata di fondamentale importanza nel momento in cui è stata introdotta, ma ha anche costituito più tardi un limite al progresso della classificazione delle piante.
La classe Cryptogamia era divisa in quattro ordini che ne testimoniano la sua assoluta eterogeneità: Alghe, Funghi, Felci e Muschi.
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