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Limoncello, un pranzo importante, in Italia si conclude spesso con un liquore

Profumato, dolce e acidulo nello stesso tempo, esiste da sempre, ma, negli ultimi anni, è diventato di moda. Immancabile in bar e ristoranti, viene consumato anche a casa, fresco di frigo.

Un pranzo importante, in Italia si conclude spesso con un liquore. E un punto fermo, quasi irrinunciabile. Soprattutto al ristorante, con il caffè si chiede l'ama­ro o, almeno, si chiedeva.

Questo genere di consuma­zione, infatti, ha subito una una flessione a vantaggio di un liquore che è sempre e-sistito, ma che negli ultimi anni è diventato di moda.

Si tratta del limoncello (li­quore di limone) che si col­lega alla cultura del rosolio mediterraneo e, più in ge­nerale, a quella dei liquori fatti in casa.

Pur acquistan­dolo al supermercato, infat­ti, ripropone sapori familia­ri, perché ha il gusto e Fa-roma propri della liquore­ria domestica. Piace anche per il colore giallo paglieri­no con riflessi citrini; inol­tre, ha un gradevole profu­mo d'agrume, mentre il sa­pore dolce è equilibrato dalla fresca acidità del li­mone. Servito fresco o fred­do, è particolarmente "be­verino", morbido, rotondo e. al contrario dei secchi di­stillati, possiede una più contenuta alcolicità che, ge­neralmente, non supera la soglia dei 36 gradi. Da qualche anno si è imposto sul mercato ed è diventato una bevanda di moda.

Il limoncello è nato lungo la costiera amalfitana, nella penisola sorrentina, oltre che in alcune zone della Si­cilia e della Sardegna, cioè nel cuore del Mediterraneo. La produzione è sempre stata artigianale e casalinga. Oggi a produrlo sono anche le affermate case di liquori. Alla base di un buon limon-cello c'è la qualità della materia prima, quindi dei limoni.

Le coltivazzioni di mag­gior pregio trovano le loro zone vocale nella costiera amalfitana e nella penisola sorrentina. Nell'Amalfitano prospera il "limone sfusato di forma allungata e contraddistinto da buccia spessa: nel sorrentino cre­sce il massese o "femminiello", di forma più ton­deggiante. Ad accomunare le due varietà è la buccia partìcolarmente ricca di oli essenziali, i quali comuni­cano profumo e sapore al liquore.

Inollre. dopo un anno dal confezionamento, il prodot­to perde la fragranza frutta­la. Pertanto, occorre verificare la data, se presente, dell'imbottigliamento, e scegliere di conseguenza il prodotto.


La produzione.

La produzione del liquore prevede più fasi. I frutti raccolti sono sottoposti ad accurata pulizia che com­prende innanzitutto il la­vaggio. Successivamente, viene selezionato lo strato colorato delle bucce con esclusione di quello bianco, (ossia dell'albedo). La parte scelta è messa in infusione in alcol buongusto per circa 40 giorni. L'infuso è quindi miscelato con uno sciroppo di acqua zuccherata e la­sciato riposare per 24 ore. L'operazione successiva con­siste nel filtraggio, per eliminare bucce e residui soli­di in genere. il limoncello, quindi, è imbottigliato e commercializzato.

Dove si consuma.

Dai dati di vendita del li­moncello risulta che l'area di maggior consumo è co­stituita dalle regioni nord occidentali; segue l'area nord orientale (comprensi­va dell'Emilia Romagna), quindi, nell'ordine, l'Italia centrale (esclusi Abruzzo e Molise) e, infine, le restanti regioni. Il fatto potrebbe stupire, in quanto nei luo­ghi tradizionali di produ­zione corrisponde un minor consumo. Va detto, però, che i dati di vendita non comprendono le produzioni domestiche, né quelle dei ristoratori i quali, spesso, preferiscono prepararlo in proprio. E il caso, per esempio. del rinomato 3 stel­le "Don Alfonso 1890".

Denominazione.

Liquore di limone.


Analisi organolettica.

Colore giallo paglierino con riflessi citrini; profumo ricco, con note marcate d'agrume; sapore immediato, gusto ine­quivocabile di limone, dotato di dolcezza che armonizza con la componente agra pro­pria del limone. Servito fre­sco o freddo, è scorrevole, morbido, rotondo, anche grazie alla contenuta alcoli­cità che in genere non supera la soglia dei 36 gradi.

Temperatura di servizio 4-5 °C.

Abbinamenti.

Da gustare a fine pranzo op­pure da aggiungere a sorbetti, gelati e macedonie.
nel suo locale di S. Agata sui Due Golfi (Napoli), pro­pone a fine pasto un ottimo Limoncello della casa.


La Produzione del Limoncello.


Da un’ antica ricetta tramandata da generazioni è stato ricavato questo LIMONCELLO, per la cui realizzazione sono stati impiegati limoni freschi e indenni da attacchi parassitari e da tracce di fitofarmaci.

FASE 1: COLTIVAZIONE E RACCOLTA DEI LIMONI.
I nostri limoni vengono coltivati nella “ZONA CEMENTARA” della Riviera Domitia, particolarmente adatta ,per il suo terreno di origine vulcanica costituito prevalentemente da tufo. Tutti i passaggi di cui consta la coltivazione di tali agrumi, vengono dalla nostra azienda rigorosamente seguiti e controllati. Per favorire la produzione di questi ultimi, utilizziamo tecniche particolari come l'interruzione delle irrigazioni per un certo periodo. In questo modo riusciamo ad ottenere frutti dalla buccia sottile e dalla polpa molto succosa. Quando essi sono giunti a piena maturazione, si dà inizio alla raccolta, la quale si effettua manualmente, e si fonda su una scrupolosa cernita volta alla selezione degli elementi migliori.

FASE 2: PELATURA DEI LIMONI.
Una volta raccolti, i limoni sono sottoposti a scrupoloso lavaggio, momento preliminare alla fondamentale fase di pelatura degli stessi. Essa viene svolta tramite l’ ausilio di un imponente macchinario, il quale permette di ottenere bucce incredibilmente sottili, basilare presupposto per l’ottenimento di una bevanda purissima ed estremamente naturale.

FASE 3: INFUSIONE.
Utilizzando contenitori in acciaio inox, le bucce ottenute durante la precedente fase vengono sottoposte ad immersione in alcool purissimo, che si protrarrà per alcuni giorni. Al termine di questi, le bucce vengono estratte dai contenitori, sul cui fondo rimane il prezioso infuso di limoni.

FASE 4: PREPARAZIONE.
Immediatamente si provvede ad estrarre l’ infuso dai contenitori, e da filtrarlo; l’infusione così ottenuta, dopo essere stata sottoposta a rigorosi controlli, viene immessa in un serbatoio la cui temperatura deve permanere inferiore ai 10°C,al fine di favorire il separarsidegli oli essenziali e delle cere che, se in eccesso, possono risultare dannosi; in seguito, si opera effettuando un ulteriore filtro dell’ infusione, nonché una sua distillazione,per verificarne l’ esatto grado alcoolico.

FASE 5: IMBOTTIGLIAMENTO.
A questo punto il processo subisce alcune diramazioni, a seconda del tipo di prodotto che si intende ottenere:

L’ infuso destinato alla produzione di Limoncello, viene miscelato con acqua distillata unita a zucchero raffinato;
L’ infuso destinato alla produzione di Crema al Limoncello, è unito ad una squisita crema di latte e panna;

L’ infuso destinato alla produzione dei deliziosi e inimitabili dolci della tradizione campana, i famosi Babà al Limoncello, viene utilizzato per imbevere questi dolci allo scopo di conferire loro l’ inconfondibile, celebre sapore.

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